In ricordo di papa Francesco

Il giorno di Pasquetta di quest’anno è stato scosso in tutto il mondo da una notizia: Papa Francesco è morto.

L’enorme impatto mediatico che questa notizia ha avuto dimostra che forse, a differenza di quello che sostengo nell’altro mio articolo di questo mese che vi invito a leggere nella rubrica “Cultura”, il ruolo del Papa nella società moderna non è poi così in decadenza.

In quest’articolo, invece di parlare dei preparativi per il funerale o delle commemorazione e dei tanti gesti di partecipazione nei suoi confronti, voglio parlare del suo papato e dei suoi momenti più importanti perché Papa Francesco era un Papa sicuramente più attento alla sostanza che alla forma.

Prima di tutto direi di tornare indietro nel tempo fino a quel 13 marzo 2013, quando il Cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran pronunciò la celeberrima frase “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus papam” e sul balcone di san Pietro uscì il primo Papa argentino della storia: Papa Jorge Mario Bergoglio, chiamato “Francesco”. Si poteva capire già in quel momento quali fossero gli obiettivi di questo papato, ovvero espandere la chiesa anche fino alle diocesi più “periferiche” del mondo e far tornare una “chiesa povera tra i poveri”. Riflettiamo sul nome scelto, “Francesco”. Il Santo umbro e Patrono d’Italia si spogliò di tutti i suoi averi per vivere nella povertà, e Papa Bergoglio, scegliendo questo nome tanto bello ma mai usato da nessuno dei duecentosessantacinque Papi prima di lui, voleva dimostrare sobrietà e vicinanza ai poveri.

La sua non è certo stata solo una volontà: per fare solo un esempio dei tanti che si potrebbero fare, posso citare un’intervista che mi ha colpito molto, apparsa in televisione qualche giorno fa in cui un povero raccontava di come Papa Francesco gli avesse salvato la vita di fatto, di come si fosse adoperato per far costruire delle docce per i poveri di Roma e di tante altre cose. Ma il Papa scelse “Francesco” anche perché il suo nome è sinonimo di riforme; infatti sono numerosi i suoi interventi tra riforme, viaggi e libri come, ad esempio, Laudato si’ (2015) e Fratelli tutti (2020), oppure i viaggi apostolici a Lampedusa ed in Iraq (tra l’altro primo papa in visita lì) oppure ancora l’accoglienza agli omosessuali, la possibilità di comunione per divorziati risposati, la Riforma della Curia Romana, l’inserimento di donne in posizioni importanti nel Vaticano, il rafforzamento dei controlli finanziari del Vaticano, la lotta agli abusi su minori arrivando addirittura a scusarsi pubblicamente con le  vittime di abuso e la ricerca del dialogo con le altre religioni che lo ha portato ad incontrare tantissimi rappresentanti di altre religioni in tutto il mondo.

Questo papato però è stato caratterizzato da un’ altra cosa, forse meno conosciuta ma che in sé contiene un messaggio fortissimo: l’elezione dei cardinali. Infatti l’essere argentino ha segnato notevolmente il Papa, portandolo a voler ampliare i confini della Chiesa verso le diocesi più “periferiche” del mondo, tant’è che oggi, tra i cardinali che avranno uno dei compiti più importanti di sempre, ovvero eleggere il nuovo Papa, molti di loro vengono da continenti come l’Africa, l’Asia e l’Oceania, e addirittura tra i cardinali che hanno più chance di essere eletti ci sono due africani (con anche la possibilità di conseguenza del primo Papa nero della storia). Insomma questo Papa è stato sicuramente un grande riformatore, che ha voluto portare la Chiesa a tematiche più attuali mantenendo sempre però la dottrina ufficiale, che ha voluto far tornare la Chiesa Cattolica vicina agli ultimi, ai poveri e che ha voluto che anche le diocesi più lontane da Roma possano sentirsi considerate dal Vaticano e chissà che altro aveva in mente.

Purtroppo non è riuscito a mettere in atto tutti i suoi propositi a causa della malattia che ormai da lungo tempo lo limitava.  

Adesso l’unica cosa che possiamo fare è aspettare il Conclave e vedere cosa farà il nuovo Papa, se continuerà sulla stessa via di papa Francesco oppure tornerà indietro verso idee più conservatrici. 

Cristiano Biondini – 3AAT

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