I NUMERI OLTRE LA MATEMATICA

Fin dall’antichità i numeri hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo, legato allo sviluppo economico della società, dove con il tempo si era reso necessario, per esempio, saper misurare precisamente una superficie da coltivare o prevedere quanto bestiame sarebbe arrivato ad un allevatore nell’anno a venire.

Per questo motivo, già quattromila anni fa, si era capita l’importanza di insegnare la Matematica nelle scuole, dove non si imparavano equazioni o funzioni, ma si doveva arrivare alla fine degli studi a saper utilizzare i calcoli per problemi legati alla vita reale, come, ad esempio, quanti mattoni servissero per costruire un muro.

 

Ma i numeri, oltre ad essere considerati uno strumento quantitativo, venivano usati per indicare anche altre realtà; per esempio l’astronomia, nell’antica Mesopotamia, nacque come scienza dell’interpretazione numerica del cosmo…e ritroviamo la Matematica anche in letteratura, ad esempio molti elementi della Divina Commedia sono basati sui numeri, come il tre e il dieci.

Nel Medioevo ad ogni numero veniva attribuito un significato, spesso, religioso…vediamo un po’ di esempi…

 

NUMERO ZERO: L’ASSENZA DI UNITA’

Lo zero non esisteva all’interno dei numeri romani, infatti loro non potevano concepire il vuoto come un numero, ma gli arabi, con il loro meraviglioso sviluppo del pensiero matematico, inventarono un altro tipo di numerazione, che è quella che tutt’oggi usiamo, dove lo zero significava “colonna vuota”, ovvero l’assenza di unità.

Questo concetto arabo venne ripreso in Italia da Leonardo Pisano, detto Fibonacci, nel 1202.

NUMERO UNO: IL NUMERO DI DIO

L’uno è il numero di Dio, identificato con la Cosa Unica, in cui si riassumono Universo, Natura Divina e Uomo.

Le figure che rappresentano questo numero sono il cerchio, che non ha né inizio né fine, la sfera e il punto, privo di dimensioni, infatti molte chiese hanno una cupola che ricorda le due forme geometriche, in onore, appunto, di Dio.

NUMERO TRE: IL NUMERO DELLA TRINITA’

Il tre ha un significato per la maggior parte delle religioni; per il cristianesimo rappresenta la Trinità: Dio padre, Figlio e Spirito Santo, ma rappresenta anche la struttura della società medievale, infatti le classi sociali erano tre: gli “oratores”, i “bellatores”, i “laboratores”.

Questo numero, inoltre, è di fondamentale importanza nella Divina Commedia, divisa in tre cantiche da 33 canti ciascuna (più il proemio).

NUMERO DIECI: IL NUMERO DELLA PERFEZIONE

Il dieci rappresenta dall’antichità un limite sacro, che nessuno può valicare, per l’usanza di contare le dita delle mani.

Esso è anche chiamato Cielo, ad indicare sia la perfezione che la dissoluzione di tutte le cose, perché contiene tutte le possibili relazioni numeriche.

NUMERO TREDICI: IL NUMERO SFORTUNATO

Oggi molte volte sentiamo dire che i venerdì tredici sono i giorni più sfortunati, ma questo si basa su superstizioni legate alla religione: infatti la tredicesima persona presente al tavolo dell’ultima cena era il traditore Giuda e Gesù è stato crocifisso il venerdì santo.

Però per gli ebrei questo numero è fortunato, perché rappresenta i tredici principi della fede ebraica.

 

 

 

Questi esempi ci fanno capire come i numeri siano stati fondamentali per le culture passate, ma adesso vediamo il senso di numero nell’attualità da un punto di vista scientifico.

Grazie all’evoluzione dell’attrezzatura per esaminare il cervello umano, siamo riusciti a trovare i circuiti neuronali dedicati alla Matematica, e grazie a questi abbiamo un’intuizione delle quantità numeriche.

Inoltre al giorno d’oggi è passata la tendenza di attribuire un significato non matematico ai numeri; qualcuno pensa ancora che il tre rappresenti la Trinità o che l’uno rappresenti Dio?!

 

Gabriele Monaldi – 3 ACM

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